Padova Pride 2018

piuma scrivente

Ieri sono stata al Padova Pride.

Tornare a Padova è sempre come tornare a casa e già questo sarebbe bastato a rendere la giornata memorabile, ma c’erano anche la parata e le mie amiche a renderla indimenticabile, quindi eccomi qui a scrivere di questo 30 Giugno 2018.

Secondo i giornali eravamo 10mila a sfilare sotto il sole cocente, io so solo che eravamo tanti, eravamo belli ed eravamo felici.

Per la verità non ho seguito la parata fino alla fine: le mie amiche e io avevamo altri impegni e treni da prendere, ma è stato meraviglioso comunque far parte di tutto questo, dell’Umanità Più Bella, almeno per un po’.

Come per ogni cosa ci sarà chi è stato contento e chi no, chi farà polemica e chi recriminerà che il tempo dei Pride è passato, chi pensa siano carnevalate e chi si sentirà offeso dal mancato patrocinio della regione, ma lo spirito del Pride è anche questo: siamo diversi, abbiamo idee diverse e abbiamo tutti il diritto di esprimerle.

Insomma, vanno rispettate persino le opinioni di quei signori che dal loro banchetto serioso piazzato in un angolino osservavano Prato della Valle riempirsi di musica e arcobaleni.

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Non ho l’esperienza per dire se sia stato un successo o meno, e lascio agli altri le polemiche politiche, i discorsi sulla strumentalizzazione e via dicendo.

Come essere umano ritengo fosse mio dovere trovarmi lì. Lo era come sonnolento membro della comunità LGBT e come autrice M/M e porterò con me l’entusiasmo di questa giornata, la sua energia e i suoi colori, quel calore sulla pelle che non veniva solo dal sole, ma dalla vicinanza delle anime prima ancora dei corpi, almeno per un giorno, per poche ore, per il tempo di una parata.

Mentre raggiungevo il punto di ritrovo, seduta in tram, osservavo le persone per strada, dapprima poche, poi sempre di più, fino a diventare un fiume di gente che non conoscevo ma che potevo riconoscere: stavamo tutti andando nello stesso posto, portavamo gli stessi colori e gli stessi sorrisi, bandiere, cartelli spiritosi e sagaci, palloncini.

Sin dalla mattina, in centro città, c’erano bambini che sfoggiavano le loro magliette con l’arcobaleno, a dimostrare simpatia e sostegno, anche se non avrebbero sfilato, e c’erano famiglie intere, genitori che accompagnavano figli adolescenti con i volti dipinti, ed erano belli. Erano importanti e fose nemmeno sapevano quanto.

È stata una giornata intensa e troppo breve, conclusasi sul treno del ritorno che mi portava di nuovo lontano lasciandomi impressa nello sguardo l’ultima immagine di questo Padova Pride 2018: una bellissima ragazza dall’aria imbronciata, avvolta nella bandiera degli asessuali.

Padova Oggi

Corriere del Veneto