Le Freak

Runny Magma usa copertine che proprio non mi piacciono e quando leggo le trame dei suoi libri, di solito non mi invogliano alla lettura, ma Le Freak è il secondo libro di questo autore che leggo e che mi rapisce, tenendomi incollata fino all’ultima parola.

Stile di scrittura asciutto, introspezione e cronaca locale di un paesino del centro Italia, ed è subito 1979. È l’Italia delle cabine telefoniche, dei pantaloni a zampa e delle lotte politiche e, a chi ha vissuto quegli anni, sembrerà di risentirne il profumo.

Ai giorni nostri, Sergio riceve una telefonata, e la memoria torna subito indietro, a quell’ultima estate della sua giovinezza, prima di andare a lavorare in fabbrica mentre i suoi amici sarebbero andati all’università. La sua è una famiglia proletaria e il suo futuro è già deciso, non può permettersi grilli per la testa, lui.

Ha due amici, però, uno dei quali è radioamatore, con cui trascorre molto tempo. Un giorno, intercettano una conversazione alla radio, potrebbe essere qualsiasi cosa, si parla di un malore, forse di un omicidio, di una ragazza che si chiama come la sorella di Sergio, e il ragazzo si mette in testa che si tratti proprio di lei.

Comincia così a cercarla sulle colline, dove rintraccia un gruppo di sbandati dediti al consumo di droghe, lì conosce un ragazzo, Le Freak. Non è quello giusto, Sergio lo sa, ma incarna un’epoca, e ha qualcosa in comune con Virgilio, il suo migliore amico, quello che ha capito ma che non parla con lui di certe cose. Del resto, nessuno parlava di certe cose, a quel tempo, tranne Foucolt.

Sergio ha il coraggio di rivolgersi ai giornali, è così che la notizia della scomparsa di sua sorella arriva alla televisione. Vent’anni dopo qualcuno ne parla ancora, lo invita a Roma, perché lui è stato tra i primi a denunciare in quegli anni di piombo in cui la gente, a volte, spariva.

Le Freak non racconta una storia d’amore, anche se l’amore c’è, ed è quello che dura tutta la vita, è piuttosto la foto di un periodo, di una società. Un giallo su cui nessuno ha indagato, tranne un ragazzo su un motorino che, dopo tanto cercare, ha trovato se stesso.

È anche una storia che sa di quotidianità, di vita vissuta, di storia italiana. Il tono potrebbe essere molto diverso dati l’argomento e l’ambientazione, invece l’autore usa il filtro del personaggio per farci tornare al tempo in cui l’estate era sinonimo di vacanza, di discoteche e di incontri fugaci.

Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, con una vena di nostalgia.

Valutazione: raibow starraibow starraibow starraibow starraibow star

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